Benzina dalle alghe: economica, ecologica

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La questione dei biocarburanti, ottenuti dalla lavorazione dei cereali e degli oli vegetali, ha spesso diviso l’opinione pubblica: da un lato ci sono coloro che ritengono che la soluzione sia una valida, quasi obbligata, alternativa al petrolio dall’altro stanno quelli che credono che, nell’eventualità che i biocarburanti siano immessi nel mercato, si avrebbero folli aumenti dei prezzi dei generi alimentari, pasta e pane in primis.
Molti coltivatori infatti preferiscono già destinare i loro terreni alla coltivazione di piante in grado di produrre etanolo (ottimo sostituto della benzina, ottenibile da canna da zucchero, mais, barbabietola) o biodiesel (ottenibile da oli vegetali come l’olio di palma, soia o colza). A seguito della
crescente domanda di biocarburanti e dei finanziamenti pubblici garantiti da molti Governi, per i coltivatori risulta infatti molto più conveniente abbandonare il mercato alimentare e buttarsi su quello dell’energia, innescando in tal modo un decremento della produzione alimentare che tende in maniera inesorabile a far lievitare i prezzi.
Tuttavia da oggi esiste una valida alternativa che potrebbe risolvere il problema: la rivista New Scientist riferisce che un gruppo di ricercatori della Corea del Sud ha depositato un brevetto per produrre bioetanolo dalle alghe. La soluzione pare essere di gran lunga la più valida: i biocarburanti estratti dalle alghe sarebbero assai più convenienti (poiché queste crescono molto più in fretta dei cereali), più semplici da produrre, e di sicuro non creerebbero conflitti di sorta con il mercato alimentare.

Bob