Com’è triste l’Isola dei Famosi

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In un palinsesto televisivo desolante può capitare, anche ai migliori, d’imbattersi il lunedì in prima serata ne L’Isola dei famosi. Partiamo dal titolo roboante: famoso è un parolone per almeno la metà dei partecipanti, taluni totalmente ignoti al grande pubblico. Personalmente non avevo mai sentito nominare Giuseppe Lago e Belen Rodrigues e faccio assai fatica a capire chi sia Michi Gioia e che lavoro faccia, a quale titolo cioè sia stata ingaggiata in qualità di “famosa”.

Le prime edizioni del programma rappresentavano una divertente novità e offrivano non poche ragioni d’interesse. I famosi o presunti tali, privati degli agi e dei comfort cui sono abituati, diventavano presto iracondi e accidiosi, davano in esilaranti escandescenze  deliziando il pubblico quando mostravano la parte bestiale di sé. Ex conduttrici e annunciatrici stagionate, senza trucco né orpello, finalmente spettinate e sciatte come perfidamente avevamo sempre sognato di vederle, presunti belloni palestrati che dopo poche settimane di dieta ristretta si sgonfiavano come palloncini, ex atleti smidollati che fuori del loro contesto perdevano ogni energia. Come dimenticare Adriano Pappalardo in preda a crisi nervosa perché esigeva una sigaretta, benché non fosse fumatore e le scene memorabili nelle quali avendo vinto le prove ricompensa, in un tempo dato, ai famelici famosi era concesso abbuffarsi d’ogni sorta di ben di Dio con le mani legate dietro la schiena? Li guardavamo affondare senza ritegno la faccia nel cibo provando inevitabile compiacimento nel vedere la giovane rampolla di nobile famiglia che si ingozzava a più non posso in barba a qualsivoglia forma di bon-ton. Le starlet in pensione si intossicavano con bacche velenose o litigavano tra loro ingiuriandosi selvaggiamente e addirittura venendo alle mani e tutti in varia misura sparlavano alle spalle di tutti nel modo più becero. Cosa resta di tutto questo ora che gli autori hanno stravolto il format condannandolo alla noia ? Nulla o quasi: lo champagne scorre a fiumi ad ogni minimo pretesto, assistiamo alle vicende di un gruppo di persone comuni su altra isola, dei cui vizi e litigi non c’importa un fico secco, premi e ricompense mitigano l’aspetto più avventuroso e conseguentemente più interessante della vita dei naufraghi che salutano mogli amici e parenti ad ogni piè sospinto vedendoseli comparire davanti tra lacrime e abbracci manco fossimo a Carràmba che sorpresa. Il risultato è che l’Isola è diventato un programma indigesto, che Simona Ventura si è trasformata in una stridula imbonitrice alla Wanna Marchi, che si finisce per cercare rifugio sul satellite alla noia mortale di un programma in cui i primi a naufragare sono gli indici d’ascolto.

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2 commenti
  1. Jack Bauer
    Jack Bauer dice:

    non posso commentare sul contenuto perchè mai ho visto e mai la vedrò. Però è scritto molto bene

    non ti aspettare che i fans dalla community rai arrivi in massa a complimentarti con te 🙂

  2. Flavia
    Flavia dice:

    Di fronte a tale Gioia, permettetimi di dire “aridatece Pappalardoooooo”!!!!!! Ma vogliamo mettere la virile, genuina grandiosità di uno come Adriano, tutto sommato anche bravo, rispetto ai mezzi gambaletti attualmente in circolazione? Meglio leggere Tex.

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