Franco Fiorito e la società dei magnaccioni, tra facce da maiale e furti di danaro pubblico

Scorrendo l’album delle immagini dello scandalo Batman-Lazio si scoprono una miriade di facce da galera,volti noti e meno noti, avventurieri, donne e uomini di malaffare, un sottobosco di magnaccioni senza…Tatto nè legge, mi si passi la battuta…Ma possibile che l’Italia sia destinata in eterno ad essere un truogolo per maiali? E Roma capitale l’eterna Radix Omnium Malorum Avaritia? Mentre la crisi costringe le famiglie a stringere la cinghia e i giovani alla disoccupazione e allo sconforto di giorno in giorno emergono nuovi raccapriccianti dettagli, altarini penosi svelati dalle pagine dei giornali. La “nota spese” di Franco Fiorito, detto Batman (conosciuto anche come il federale di Anagni), ha dell’inverosimile: «Quattordicimila euro in enoteca, tremila e ottocento all’Apple store, ottocento per una cena, undicimila per comprare arredamento… Oltre 14mila euro per la Smart, oltre sedicimila per saldare una bolletta telefonica (morosa)… Versamenti di somme per “collaborazioni” a Samantha Weruska Reali, l’ex fidanzata e cifre da capogiro versate ad associazioni sportive o culturali, pagamenti da centinaia di euro a gioiellerie, negozi di lusso e di tecnologia. E ristoranti, ristoranti e ancora ristoranti.» Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, definisce gli sprechi di cui si sente in questi giorni “una cosa vergognosa”, la Corte dei Conti lancia l’allarme nei confronti di inqualificabili abusi di denaro pubblico. Mi domando cosa dobbiamo ancora aspettarci dai nostri amministratori noi che al mattino ci svegliamo presto per andare a lavorare, che continuiamo a pagare onestamente le tasse e con quale faccia ci chiederanno ancora di fare sacrifici in nome del bene comune. Le maschere da maiale degli ospiti gaudenti delle feste faraoiniche al Foro Italico organizzate dal vicecapogruppo Pdl De Romanis, sono il triste emblema di una nazione gravemente malata, nella quale la corruzione dilaga come un morbo contagiosissimo. Fermarla o morire, non ci sono alternative.