Guerra in Congo: il 50% delle vittime sono bambini
Mentre il mondo distratto, prosegue indifferente il suo corso, non lontano da qui, nel Congo, martoriato dalla sanguinosa guerra civile tra i ribelli dell’ex generale ribelle Laurent Nkunda e le truppe del presidente Joseph Kabila, è in corso una tragedia umanitaria.
Sono oltre un milione e seicentomila i profughi intrappolati senza cibo né acqua, allo stremo. Mentre l’esercito regolare infatti sta abbandonando le città, tra saccheggi e abusi a danno dei civili, la paura dilaga tra gli sfollati in fuga dalla guerra. I testimoni come Raffaella Gentilini, coordinatore sanitario di Medici Senza Frontiere, riferiscono di una popolazione in preda al panico che avanza a tentoni senza meta per chilometri fino ad accasciarsi al suolo stremata.
Sono privi di tutto: cibo, abiti, medicine, scarpe. Come denunciato dal ministro degli esteri britannico David Milibrand gli sfollati non hanno accesso ai soccorsi umanitari, anche per questo il rischio di epidemie è altissimo, a causa della malnutrizione. Il conflitto in corso nella Repubblica Democratica del Congo è il più sanguinoso dai tempi della Grande Guerra, la maggioranza delle vittime sono civili inermi, di esse i bambini, che costituiscono oltre il 50% della popolazione congolese sono la maggior parte. Molti di loro hanno perso la vita a causa degli scontri ma la gran parte è deceduta per mancanza di cibo, acqua e di qualunque forma di assistenza sanitaria. Il Congo e tutta l’Africa attendono con trepidazione di sapere se Barack Obama vincerà le elezioni americane nella convinzione che un forte cambiamento nelle politiche internazionali porterà un miglioramento delle condizioni di vita tanto atteso.
Non si può restare indifferenti di fronte alla morte di tanti innocenti, tutti noi siamo chiamati in causa, non occorre essere ricchi per garantire un contributo personale anche minimo
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