La moda nel piatto

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Sembra strano pensare che le mode che cambiano possano influenzare il nostro modo di mangiare, eppure ciò accade in misura esponenziale.Capita così che a periodi alterni i menu dei ristoranti, specialmente meno blasonati, si riempiano di pietanze alla rucola, di piatti alla ‘Nduja di Spilinga, di cibi caldi e freddi d’ogni tipo alla cipolla rossa di Tropea piuttosto che al lardo di Colonnata o alle olive Taggiasche.

Tali mode sono spesso favorite dalla televisione e poco importa se nessuno abbia una vaga idea di dove si trovi Tropea o se conosca la provenienza (ligure) delle suddette inflazionatissime olive. 

Vale lo stesso per le mode vegetariane, vegane, macrobiotiche, biologiche, tutte pubblicizzate come sane, etiche, ecologiste.Siamo tutti frastornati da un gran parlare di sloow-food, finger-food, fast-food, junk-food, spesso senza capire bene di cosa si tratti, stesso dicasi per i corsi e ricorsi delle mode etniche per le quali ci ritroviamo a mangiare cibi spesso astrusi per il nostro palato.Sarebbe meglio limitarsi negli introiti calorici, nelle novità a tutti i costi, nelle mode dell’ultim’ora spesso nocive, mangiando seguendo la ragionevolezza, quest’ultima sì, un vero evergreen!