Nella notte di Denver Obama osannato come una rockstar

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Ho letto con grande emozione, questa mattina sulla Repubblica l’appassionato resoconto di Vittorio Zucconi, inviato alla Convention Democratica di Denver che ha decretato il trionfo del candidato Obama. Uno strepitoso successo di pubblico ha fatto registrare code lunghissime agli ingressi, quasi come ad un concerto rock.Con la consueta efficacia Zucconi esprime le speranze di una fetta di mondo, alla quale sento di appartenere, che vede in Barack Obama rinascere la speranza, dopo che le brutte pagine vergate col sangue di migliaia

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Commovente a mio avviso il discorso di Clinton,accolto con una lunga ovazione, uno dei migliori inquilini della Casa Bianca degli ultimi anni, il cui incondizionato appoggio esprime le aspettative di tutti i cittadini americani che hanno con lui condiviso gli anni bui della presidenza Bush e che come lui aspettano l’alba di una nuova era. “Quando Barack Hussein Obama” scrive Zucconi “è salito in quel tempietto greco-romano eretto nello stadio di Denver per riprodurre l’effetto visivo di Luther King davanti alle colonne del mausoleo di Lincoln nel “discorso del sogno”, una processione invisibile di vivi e di morti, di martiri celebri e di vittime ignote, è salita con lui e dietro di lui”, tale lunghissima, dolente schiera di anime dimenticate merita, a mio avviso, che questo portabandiera esile e carismatico renda loro giustizia. Alla loro trepidante attesa si unisce anche la mia. 

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