Nell’Abruzzo del voto di scambio dove uno scandalo tira l’altro

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Agli abruzzesi non basta aver avuto intere giunte regionali finite in manette, voli blu usati come fossero taxi, danaro pubblico a palate inghiottito dai soliti furbi, governatori che taglieggiavano imprenditori privati intascando tangenti milionarie, vogliono di più. Così, nella patria del voto di scambio, dove io do un voto a te e tu fai un favore a me ora il pretendente al trono di Governatore ( perché, si sa, in Abruzzo chi viene eletto a capo della Regione non governa ma regna) Gianni Chiodi, scelto da Berlusconi in persona come candidato Governatore del PDL, arriva a promettere colloqui di lavoro e incontri di orientamento e formazione, a chi si reca presso i comitati o i gazebo del PDL lasciando il proprio curriculum e i propri dati personali. Un po’ come dire: visto che da sempre, in Abruzzo, si comprano voti con favori, diciamolo pure apertamente: votami e io ti piazzo da qualche parte.

Strumentalizzare la disoccupazione dilagante è una pratica a dir poco volgare, prendere i giovani per disperazione significa giocare davvero sporco, specialmente in una regione già balzata ripetutamente agli onori delle cronache nazionali per gravissimi casi di corruzione politica. L’aspirante governatore si giustifica dicendo: “era solo un censimento”, ma certo dovremmo esserci abituati, impelagati come siamo nel mare magnum dei politici ladri e imbroglioni che governano il Paese in barba a qualunque forma di legalità, invece, tapini, continuiamo a scandalizzarci!

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