Recente studio rivela come il nostro linguaggio derivi da quello di una scimmia: il Cercopiteco di Campbell, il primate che parla quasi come l’uomo

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Un gruppo di scienziati ha recentemente scoperto uno dei più complessi esempi di linguaggio non umano mai conosciuti fin ad ora.
Si tratta di una specie di cercopiteco africano, il cercopiteco di Campbell (Cercopithecus campbelli), una piccola scimmia arboricola dell’Africa Occidentale.
La ricerca è stata condotta negli ultimi due anni da un’equipe di ricercatori delle università di Rennes (Francia), Cocody-Abidjan (Costa d’Avorio) e St Andrews (Scozia). Le tre parole utilizzate dai primati, in caso di pericolo, sono le seguenti:
“Boom!”: per avvertire il gruppo della caduta di un ramo, o per comunicare la necessità di spostarsi in un’altra zona della foresta.
“Hok!”: grido d’allarme usato in caso di minaccia da parte dell’aquila coronata, uno dei più feroci rapaci della zona.
“Krak!” usato per avvisare della presenza di un leopardo.
Ciò che ha davvero sorpreso i ricercatori è stata la straordinaria capacità dei cercopitechi di creare diverse espressioni a partire dalle tre principali, aggiungendo un suffisso, il che ricorda molto la costruzione dell’avverbio nella nostra lingua (che si ottiene aggiungendo “mente” alla fine dell’aggettivo).
Il suffisso in questione è “-oo”. Con questo trucco le scimmie hanno creato diverse variazioni: ad esempio “hok-oo” ha il significato di “Attenzione! C’è qualcosa tra gli alberi”. Ma non solo, i cercopitechi sono in grado di elaborare anche una “frase” con 25 vocalizzi che, combinati di volta in volta in modo diverso, forniscono informazioni in merito alla natura del pericolo.
La nuova scoperta, pubblicata recentemente sul sito di Proceedings of the National Academy of Sciences, potrebbe essere determinante comprensione dell’origine del nostro linguaggio.

Bob

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