Scatta l’allarme estinzione per i pinguini, i ricercatori al lavoro studiano un ingegnoso piano di salvataggio – parte 1

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I dati pubblicati di recente dal New York Times rivelano come, dalla fine degli anni ottanta ad oggi i pinguini di Magellano siano diminuiti del 22%.   Secondo, P. Dee Boersma, considerata la massima autorità mondiale sull’argomento e che da tempo trascorre alcuni mesi l’anno sulle spiagge a Punta Tombo in Patagonia ad osservare la vita e il comportamento dei pinguini di Magellano, questi ultimi,  “insieme ai pinguini delle Galapagos e a quelli di Humboldt, potrebbero estinguersi entro il secolo”.
La responsabilità di queste morti, come purtroppo spesso accade, è dell’uomo.
I pinguini, che si nutrono di pesce ed in particolare di acciughe, delle quali sono particolarmente ghiotti, stanno rimanendo senza cibo a causa della pesca selvaggia e del surriscaldamento delle acque degli oceani, conseguenza dell’inquinamento.
A tal proposito aggiunge la Boersma: “Le variazioni di temperatura dell’oceano, dovute al surriscaldamento, hanno un peso di rilievo nella vicenda, anche perché la vita dei pinguini dipende da acque ricche di pesce e il surriscaldamento invece ha come effetto la diminuzione della quantità e una diversa distribuzione di pesci e calamari”.
Senza più cibo gli instancabili e coraggiosi pinguini si mettono in viaggio verso luoghi lontani per potersi sfamare seguendo le correnti fredde che si spostano verso il Sud America, arrivando talvolta ad approdare nei pressi di San Paolo in Brasile dove, almeno fino ad ora, trovavano la morte.

Segue parte 2

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altri devastanti effetti del global warming