Ascoltando un Rumore Bianco

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“Il tempo era caldo e limpido (…) L’aria era un sogno a occhi aperti di malinconie estive, l’ultimo carico di languore, l’opportunità di andare ancora una volta in giro con le membra nude, di annusare il trifoglio nel fieno” (Don De Lillo “Rumore Bianco”).

Vi narro la cronaca breve di una struggente nostalgia per l’estate che finisce, sottile e persistente come un rumore di sottofondo, forse un rumore bianco.  Il mare oggi biancheggia non solo negli antichi versi del poeta ma anche sotto i miei occhi increduli che non sanno abbandonarne le sponde per volgersi altrove. Non saprei cos’altro guardare mentre la sabbia si raffredda e le ombre rapide della sera giunte in anticipo, quasi di soppiatto, mi colgono di sorpresa, come notizie spiacevoli e inattese.  Il sole splenderà meno di giorno in giorno accorciando le passeggiate serali e affrettandone il passo, l’aria perderà la sua lucentezza e i tristi uccelli migratori voleranno bassi sotto nuvole grigie. Resterò in casa da sola sentendomi come in una gabbia e guarderò la strada dietro i vetri come si guardano le mura incolori di una dimora che non ci appartiene. Le auto scorreranno estranee e gli sguardi dei passanti saranno meno vividi e sempre più indifferenti nella monotonia autunnale. Raccoglieranno altri i suoni soffocati e l’allegria spenta dei bar, mentre il giorno muore.

2 commenti
  1. franco
    franco dice:

    si sopravvive al cambio di tonalità delle cose …..si deve, come si sopravvive alla perdita della giovinezza, a volte penso che è proprio attraverso questo senso di perdita incombente che accompagna certi momenti che troviamo la spinta per cercare una armonia più profonda con quello che ci sta attorno per superare le nostre inerzie, le nostre pigrizie e recuperare i significati nascosti, quelli, appunto, che emergono quando la luce accecante è passata.

  2. Flavia
    Flavia dice:

    E’ una riflessione di una bellezza struggente, tenue, malinconica; la foto a corredo, poi, conferisce ancora più vividezza all’emozione. Mi hai fatto ‘vedere’ il mare, il cielo e la sabbia, ‘sentire’ la carezza del sole debole come quella di un malato, insomma mi hai coinvolta!

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