Contro la cancellazione dei dati elettronici la British Library lancia un programma di conservazione, a rischio le memorie di un’epoca!

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Recentemente l’informatico Jerome McDonugh, professore all’Università dell’Illinois, ha osservato come il rischio di perdita di dati al quale è esposto l’uomo del terzo millennio, sia altissimo. Da Londra oggi a lanciare l’allarme è Lynne Brindley, direttrice della British Library, la biblioteca nazionale del Regno Unito. Secondo Lynne è reale il rischio che una grande quantità di dati e notizie sul nostro tempo, affidati al web, vadano perduti mano a mano che la tecnologia utilizzata per custodire tali informazioni diventa obsoleta. “Basti pensare a migliaia di fotografie ed e-mail che giacciono nei computer di ognuno di noi”, osserva Lynne in un articolo pubblicato sull’Observer, aggiungendo “Pochi le archiviano in modo da conservarle per sempre, cosicché per coloro che verranno dopo di noi sarà più difficile studiare la nostra era. Per gli storici sarà una tragedia”.
Effettivamente il rischio che si corre è quello di lasciare agli storici del futuro un vero e proprio “buco nero” riguardo le informazioni dell’inizio del terzo millennio. Per cercare di arginare il preoccupante fenomeno, che è purtroppo già in atto, (basti pensare ai riferimenti su George W. Bush presenti nel sito della Casa Bianca scomparsi all’indomani dell’elezione di Barack Obama o ai circa 150 siti, sulle recenti
Olimpiadi di Pechino, letteralmente volatilizzati dopo lo spegnimento della fiaccola) alcune biblioteche britanniche si stanno muovendo lanciando programmi di recupero e conservazione dati: la British Library ha fondato un dipartimento dedicato alla raccolta di tutti questi materiali digitali mentre presso gli Archivi di Stato a Kew, verranno custodite quotidianamente tutte le informazioni trasmesse attraverso email e sms da funzionari pubblici. Siamo solo all’inizio e per ora si è mossa solo la Gran Bretagna, tuttavia ci auguriamo che l’esempio della British Library sia presto seguito dalle altre biblioteche pubbliche anche all’estero.

Bob