Il Natale ai tempi della crisi tra sprechi alimentari e consumi esorbitanti

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Ma la crisi c’è o non c’è? A giudicare dalle cifre spese dagli italiani per la cena della vigilia e il pranzo di Natale ci sarebbe da dubitarne. Le famiglie hanno acquistato cibi e bevande per un valore di 2,5 miliardi: 900 milioni per la carne e il pesce, 400 milioni per condimenti e primi, 500 milioni in dolci, 200 milioni spesi per formaggi e salumi, 300 milioni per spumanti, vini e champagne, 200 milioni consumati per comprare frutta esotica e nostrana. Se a queste cifre si aggiungono poi le statistiche che parlano di 40.000 tonnellate di cibo in esubero destinato a finire nella spazzatura, c’è decisamente da mettersi le mani nei capelli. Verrà buttato via oltre un miliardo di euro.
Tenuto conto che più del 5% delle famiglie lamenta gravi difficoltà finanziarie e che il 15% non arriva alla fine del mese lo spreco di cibo delle feste risulta tanto più aberrante. Questo senza pensare a tutti quelli che nel mondo muoiono a causa della fame. Passate le feste si spenderanno altri soldi per prodotti pubblicizzati come dimagranti, quasi sempre inutili. Tutto ciò fa riflettere sul malcostume diffuso nella società dei consumi e del benessere che continua a triturare danaro anche in una fase difficile come questa per l’economia planetaria. Riusciremo a modificare le nostre cattive abitudini?

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