John Travolta sarebbe deciso ad abbandonare Scientology ma teme la rappresaglia della setta – parte 2

Segue da parte 1

Già dopo la morte del ragazzo Travolta prese le distanze da Scientology parlando egli stesso di autismo, in aperta sfida ai dettami della setta, come riportato da John Cook. Ad aggravare il senso di colpa e la crisi spirituale di Travolta c’è il fatto che la custodia del piccolo Jett fosse affidata proprio al suo amante gay, probabilmente del tutto inadeguato a tale ruolo.
Secondo quanto affermato da Foster Camer, intimidazioni e minacce fanno parte dei sistemi usuali di dissuasione  all’abbandono di Scientology, e sarebbero tanto più motivate dal rischio concreto di perdere un appartenente che ha elargito per decenni milioni di dollari e dedicato migliaia di ore alla setta. Sembra che il leader di Scientology, David Miscavige, abbia già più volte ironizzato sul promiscuo comportamento omosessuale di Travolta. Chi conosce a fondo l’organizzazione sostiene che il tentativo di liberarsi da tale vincolo potrebbe costare a John Travolta la salute ed esporlo a rischio di vita, specialmente in un momento come questo nel quale è particolarmente vulnerabile. «Le resistenze che si incontrano da parte dei più alti livelli della setta in questi casi sono tali da risultare potenzialmente, sia fisicamente che emotivamente, pericolose per la sua sopravvivenza», afferma Foster Camer. L’attore, un tempo atletico e sano, negli ultimi tempi si nutre di cibo spazzatura, è vistosamente ingrassato, vaga per ore da solo di notte sulla pista di atterraggio per aerei di casa sua, dorme poco, vive da recluso e chi lo conosce è in apprensione per il suo stato di prostrazione emotiva. Foster Camer asserisce inoltre che se Travolta trovasse il coraggio di dare un taglio netto col passato e di affrancarsi da ogni vincolo c’è da stare certi che l’intera struttura di Scientology riceverebbe un forte scossone.