Luciano Pavarotti: quel che resta di un mito 2/2

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Di certo l’arte, lo spettacolo, la cultura e la musica devono gratitudine eterna alle doti indiscusse del grandissimo interprete, la cui luminosità di timbro, il cui registro acuto restano inimitabili. Condivido l’affermazione di Mattioli secondo cui Pavarotti è l’ultimo tenore: “Pavarotti apparteneva all’ultima generazione per la quale il melodramma non era né una raffinatezza elitaria né un obbligo culturale. Era ancora, piaccia o non piaccia (alla nostra cultura non è mai piaciuto), l’unica espressione artistica nazionalpopolare italiana, come aveva capito Gramsci.” (A. Mattioli) Big Luciano appartiene alla nobile tradizione delle voci italiane che incantavano i viaggiatori stranieri dell’ottocento e scrittori come Stendhal e rimane nella memoria dei cultori del melodramma per le arie che ha reso sublimi oltre che con la sua ineguagliabile tecnica con la sensibilità e il calore della sua grande anima.

UN’ESILARANTE PARODIA DEL COMPIANTO MAESTRO PAVAROTTI