Ma il global warming esiste o è solo una bufala? – parte 1

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Che il nostro pianeta stia friggendo come un uovo al tegamino è ormai un dato di fatto, ma nonostante tutto esistono ancora geologi, fisici, metereologi e tanti altri studiosi che si ostinano a non voler aprire gli occhi su una situazione che al termine del XXI secolo, con buona probabilità sarà incontrollabile.
L’ultima riguarda il dietro front di ben 650 scienziati secondo i quali l’azione dell’uomo non influirebbe sul clima. Lo scorso 11 dicembre il gruppo ha presentato al Senato americano un dossier di 231 pagine sul global warming, in netta contrapposizione con i risultati dei ricercatori dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change, Foro intergovernativo sul mutamento climatico), il foro scientifico fondato nel 1988 dalle Nazioni Unite per monitorare l’attività climatica del pianeta.
Secondo gli originali studiosi la questione sarebbe addirittura opposta: Andrei Kapitsa, geografo russo e ricercatore sui ghiacci antartici, afferma “E’ il riscaldamento globale che provoca aumenti di biossido di carbonio nell’atmosfera”. Per Ivar Giaevar, Nobel per la fisica “Il riscaldamento globale è diventata una nuova religione”. Addirittura c’è qualcuno che si è schierato sul versante opposto trasformandosi da catastrofista in negazionista: è il caso del finlandese Jarl R. Ahlbeck, ex attivista di Greenpeace, secondo cui “Non ci sono dati reali a indicare un futuro riscaldamento catastrofico”. Lo statunitense Stanley B. Goldenberg, scienziato dell’atmosfera al National Oceanic and Atmospheric Administration, è praticamente sicuro che il global warming sia una “clamorosa bugia”.
Tra i negazionisti c’è poi addirittura chi ribalta totalmente la questione: secondo Phil Chapman, geofisico ed ingegnere spaziale ed ex astronauta “è ora di cominciare a pensare cosa fare davanti ad un raffreddamento globale”.

Segue parte 2