Silvio Berlusconi e Alfonso Signorini decisero di non pubblicare il filmato a luci rosse del governatore Marrazzo. Ecco cosa mostrava – parte 1

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Il premier Berlusconi era a conoscenza dell’esistenza di un video a luci rosse, girato ai primi di luglio in Via Gradioli, avente come protagonista Piero Marrazzo in atteggiamenti equivoci con transessuali, di cui era cliente abituale. Era stato proprio lui anzi ad avvertire l’ex governatore della regione Lazio della circolazione di quelle immagini compromettenti. Quelle immagini erano  arrivate al settimanale Chi, appartenente al gruppo Mondadori. A consegnare il filmato erano stati proprio i ricattatori che ne avevano proposto l’acquisto al direttore Alfonso Signorini. Quest’ultimo aveva subito avvertito il presidente del Consiglio, entrambi si erano concordemente dichiarati contrari alla pubblicazione dell’intera vicenda. Silvio Berlusconi anzi diede esplicita garanzia a Piero Marrazzo che i media di sua proprietà non avrebbero dato pubblicità alla faccenda. Non è chiaro se tali garanzie si basassero sul fatto che il filmato in questione fosse stato acquisito dal suo gruppo editoriale e messo al sicuro. Tale versione dei fatti contrasta però con le dichiarazioni del governatore che ha affermato di essere all’oscuro della valanga che gli stava per precipitare addosso fino allo scorso 21 ottobre. Piero Marrazzo si è spinto fino a sborsare 5.000 euro per una singola prestazione al transessuale Natalì. Lo afferma uno dei passaggi chiave dell’ordinanza del gip di Roma che ha disposto l’arresto dei quattro carabinieri responsabili del tentato ricatto nei confronti del governatore del Lazio. Ma l’indagine si allarga e il procuratore capo di Roma ordina ora altri accertamenti relativi al denaro sborsato, all’uso di auto blu e alla presenza di droga.

Segue parte 2

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