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Quel che resta dei System of a Down – parte 1

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Li abbiamo amati come la più travolgente e innovativa band rock-metal degli ultimi decenni, ci hanno regalato canzoni indimenticabili come Chop Suey, commovente preghiera urbana rivolta ad un Dio lontano, forse perduto. Sono stati in molti coloro che hanno tentato di dare interpretazioni più o meno attendibili del testo, provando a capire a chi si riferissero frasi come quella del ritornello: «Io non penso che tu creda / Nel mio giusto suicidio / Io piango, quando gli Angeli chiedono di morire», di certo la disperata elegia nel suo alternarsi al ritmo frenetico e ossessivo delle note martellanti è di quelle che lasciano il segno nella storia del metallo pesante. Continua a leggere

Quel che resta dei System of a Down – parte 2

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Già in parte smarriti e confusi nel 2005, come dimostrano canzoni come BYOB (Bring Your Own Bombs) i System hanno lasciato orfani milioni di fan, tra i quali me, quando al termine dell’Ozzfest Tour del 2006 hanno annunciato la decisione di sciogliersi temporaneamente. Ma lo scioglimento più che temporaneo risulta oramai definitivo, ad oggi. Attualmente John Dolmayan, ex batterista del gruppo, suona nella band di sua fondazione Scars of Broadway, barbuto, ingrassato e quasi irriconoscibile, anche musicalmente. Continua a leggere

Da Rosemary’s baby ad oggi: Torino celebra Roman Polansky

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Il Torino Film Festival, diretto da Nanni Moretti, dedica un’ampia retrospettiva al regista Roman Polansky, nome d’arte di Rajmund Liebling, nato a Parigi nel 1933. Balzato agli onori delle cronache dopo il successo di Rosemary’s baby (del 1968), horror di argomento satanista, per girare il quale Polansky chiese la consulenza dell’esperto Anton LaVey. Come molti ricorderanno, la seconda moglie di Roman, la giovane attrice Sharon Tate, fu trucidata nel ’69 mentre si trovava all’ottavo mese di gravidanza, nella villa di Bel Air dove abitava con il regista. Continua a leggere

La storia contemporanea e il rischio del revisionismo

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In tempi politicamente oscuri come il presente può capitare che a qualcuno al risveglio venga in mente di cambiare la storia edulcorandola e facendo, è proprio il caso di dirlo, di tutt’erba un Fascio!

Il pericolo è di quelli forti se c’è chi osa sostenere la necessità di “relativizzare l’olocausto ebraico” e le nuove enciclopedie in fase di elaborazione che mirano alla riscrittura del passato in chiave antisemita e palesemente folle fanno davvero paura.  Personalmente, insegnando la storia ai ragazzi delle scuole superiori, mi guardo bene dal relativizzare, ad esempio, il genocidio armeno e non solo perché appassionata dei System of a Down, ritengo infatti già abbastanza vergognoso il tentativo di insabbiamento a lungo perpetrato dai turchi.

Hitler è un criminale, tra i più efferati e folli criminali che la storia ricordi, non possiamo consentire che Continua a leggere