Terremoto: la mia testimonianza di una notte di paura in Abruzzo – parte 2

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Segue da parte 1

Mi sono tuffata nelle cose da fare con un entusiasmo quasi infantile, pensando al dolore di tutti quelli che oggi non sono più qui, come se l’evidenza della morte rendesse l’attaccamento alla vita improvvisamente più forte. La morte oggi non è una notizia al telegiornale, la tragedia non riguarda più “gli altri”, è qualcosa di nostro e di mio,  e questa consapevolezza fa sentire tutte le altre sofferenze nel mondo meno altre, meno lontane.
In un momento così doloroso mi permetto solo un paio di considerazione di carattere “politico”: al TG2, smentendo nuovamente le previsioni di Giuliani, hanno affermato  che erano sbagliate perché il terremoto annunciato riguardava Sulmona. Questo può andar bene detto a una persona che abita a Vigevano. Noi abruzzesi lo sappiamo che tra Sulmona e L’Aquila in linea d’aria ci sono meno di 90 chilometri, il che significa affermare che le previsioni erano corrette,  benché Bertolaso non accetti di fare la figura del peracottaro che è. Berlusconi poi riesce a dare un’immagine edificante anche di una tragedia come questa: il terremoto sotto il suo governo è ordinato, organizzato, di serie A. Quando si stancherà di ingannarci tutti?

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2 commenti
  1. Flavia
    Flavia dice:

    E’ triste constatare che si fa sciacallaggio non solo vendendo benzina a cinque euro ma anche sgomitando per avere la ribalta oppure per dimostrare di essere ‘bravi’. Quanto amo il mio popolo, gente semplice che si eleva di quattro metri al di sopra di tutto e dimostra una dignità che ormai il mondo intorno ha dimenticato!

  2. birinci
    birinci dice:

    in 6th april night…i was waiting for nothing in piazza duomo too..what a weird life..it didnt stop for hours…

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