Vi spiego perché Hawking non ha la verità in tasca quando nega la creazione – parte 2

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Forse Hawking non ha avuto tempo di leggerlo, altrimenti saprebbe quale acuto osservatore fosse e di quali infinitamente logici ragionamenti fosse capace. E Pascal non è certo l’unico grande uomo di scienza credente. «La scienza vincerà perché funziona», conclude Hawking, peccato però che proprio quella scienza così vincente e “funzionante”, nella quale egli ripone la sua cieca fede non gli abbia restituito la parola o la capacità di camminare sulle proprie gambe.

«Ci fu un uomo che a 12 anni, con aste e cerchi, creò la matematica; che a 16 compose il più dotto trattato sulle coniche dall’antichità in poi; che a 19 condensò in una macchina una scienza che è dell’intelletto; che a 23 dimostrò i fenomeni del peso dell’aria ed eliminò uno dei grandi errori della fisica antica; che nell’età in cui gli altri cominciano appena a vivere, avendo già percorso tutto l’itinerario delle scienze umane, si accorge della loro vanità e volge la mente alla religione; […] che, infine, […] risolse quasi distrattamente uno dei maggiori problemi della geometria e scrisse dei pensieri che hanno sia del divino che dell’umano. Il nome di questo genio è Blaise Pascal
(François-René de Chateaubriand)

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